02/01/2022 - Sospeso per il momento il disegno di legge che prevede l’obbligatorietà del certificato verde sul posto di lavoro anche in Romania. Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, che avevano visto centinaia di migliaia di rumeni protestare sotto il parlamento a Bucarest, il Presidente Klaus Iohannis e i leader di partito avrebbero archiviato il provvedimento.
La Romania è uno dei Paesi balcanici con il minor tasso di vaccinazione: su 19milioni di abitanti, solo il 40% si è sottoposto a vaccinazione. E al momento, mentre in tutta Europa i contagi sembrano risalire, in Romania il tasso di infezioni da Covid-19 sta diminuendo.
Non c’è stato nulla da fare, il popolo rumeno ha resistito a tutti gli sforzi messi in campo dal governo e né la campagna di vaccinazione né quelle contro la “disinformazione” sembrano sortire l’effetto sperato. Come avvenuto in altri Paesi, compresa l’Italia, si è deciso allora di puntare sul lavoro.
Così lo scorso 21 dicembre cittadini rumeni provenienti da ogni parte del Paese si sono recati in protesta sotto il Palazzo del Parlamento, a Bucarest. Alcune frange sarebbero riuscite anche a entrare nel Palazzo. A seguito di ciò, secondo quanto riportato dall’emittente Antena 3, mercoledì scorso il presidente Iohannis e i leader della coalizione di governo avrebbero deciso che il certificato non sarà obbligatorio sul posto di lavoro. Il presidente avrebbe affermato che “non è il momento” di prendere una decisione simile. La partita non può dirsi definitivamente chiusa, però, visto che il Ministro della Sanità Alexandru Rafila si è detto contrario all’archiviazione del provvedimento. Secondo quanto riportato dalla nota emittente rumena, una decisione finale sul certificato verde è attesa per giovedì.
https://www.byoblu.com/2021/12/28/romania-passo-indietro-sul-green-pass-per-lavorare-dopo-le-proteste-dei-giorni-scorsi/
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