Etichette

Economista Galloni: “stampiamo subito moneta parallela o non usciremo vivi da questa crisi”

  L’ economista Galloni propone una formula “non contraria ai Trattati Ue, in quanto non menzionata”,
che andrebbe destinata al circuito produttivo e tornerebbe nelle casse dello Stato sotto forma di tasse: stampare una moneta di Stato parallela all’Euro da immettere nell’economia reale per salvare l’economia.

Per moneta parallela, o moneta alternativa, si intende un qualsiasi strumento utilizzato per estinguere obbligazioni al di fuori dei circuiti monetari ufficiali. Gli Stati ricorrono a questo tipo di strumento in situazioni di crisi straordinarie, che non possono essere fronteggiate con modalità classiche. In questo caso i governi devono trovare soluzioni eccezionali, con pochi casi nella Storia in cui è stato necessario arrivare a tanto.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di iniezioni di liquidità non a debito, e in questa emergenza, solo stampare moneta in casa potrebbe salvarci. Anche perché la nostra Costituzione prevede che lo Stato italiano, ha non solo il diritto ma il dovere di stampare. Per quale strano e maledetto sortilegio ci siamo fatti togliere questo diritto?


La costituzione italiana prevede di tornare a stampare moneta parallela nazionale, sotto forma dio biglietti di stato, non a debito. Facciamolo. Non è un esercizio tipografico. E’ un esercizio di libertà.

Ci è stato raccontato, per anni, che abbiamo perso la sovranità monetaria e che, nell’Unione europea, l’unica moneta possibile è l’euro. In realtà, una più attenta analisi delle norme vigenti smentisce questa tesi.



Vediamo di spiegare il perché, partendo dall’articolo 128 del Trattato di Lisbona. Qui si parla di “moneta a corso legale” e si legge chiaramente che le “banconote” emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche aventi corso legale nell’Unione. Il riferimento è, appunto, alle “banconote”, non ai “biglietti di Stato”.


Trattasi di due fattispecie di “monetazione” differenti, se non addirittura antitetiche. Le banconote vengono tipicamente emesse da una Banca Centrale che le genera e le mette in circolazione iscrivendole al passivo del proprio bilancio, nel nostro caso la BCE.

I biglietti di Stato sono invece moneta emessa – lo dice la parola – dallo Stato. :’articolo 117 della Costituzione riserva al nostro paese la potestà legislativa in materia di moneta, e  ai sensi dell’articolo 3 di Maastricht, alla Ue spetta l’esclusiva in materia di “politica monetaria” solo con riferimento alla moneta “euro”.



In pratica una moneta di stato parallela sotto forma di biglietti di stato, da far circolare solo ed esclusivamente all’interno del proprio paese non violerebbe alcun trattato europeo, anche perchè non menzionata nelle norme.

Lo Stato è già ora nelle condizioni di emettere una moneta sotto forma di “biglietti di Stato”. Essi potrebbero rappresentare un mezzo di pagamento alternativo e complementare rispetto all’euro: volendo, anche “non” necessariamente a corso legale, bensì a circolazione fiduciaria e volontaria, entro il territorio nazionale; e tuttavia accettato dallo Stato per il pagamento delle imposte.


Tornando a Galloni, secondo l’economista, Civil servant di lungo corso, con incarichi al ministero del Lavoro (direttore generale), all’Inps e all’Inail, che oggi presiede il Centro studi monetari, per uscire dalla crisi economica serve la massiccia immissione da parte dello Stato di una moneta nazionale non a debito, parallela all’euro.



In una intervista per Adnkronos dichiara quanto segue:

“Se vogliamo uscire vivi da questa crisi la strada da perseguire, non esclusiva comunque, è quella di immettere una valuta per il circuito nazionale in biglietti di Stato, stato-note e moneta elettronica, potremmo chiamarli ‘euro-italiani’, da affiancare all’euro, anche metallici, ma di taglio diverso per evitare confusione.


Una formula non contraria ai Trattati Ue, in quanto non menzionata, che andrebbe destinata al circuito produttivo e tornerebbe nelle casse dello Stato sotto forma di tasse, con benefici per il deficit che calerebbe“.

https://www.jedanews.com/economista-galloni-stampiamo-subito-moneta-parallela-o-non-usciremo-vivi-da-questa-crisi/

6 commenti:

Marco ha detto...

COME PUO’ UN PARTITO POLITICO CON SOLI 3 PUNTI CAPOVOLGERE L’ECONOMIA DEL PAESE CHE E’ IL 90% DEI NOSTRI PROBLEMI ?

Come mai nessun partito politico con una media di 10/25 punti programmatici non contiene uno solo di questi 3 punti così importanti, vuole risolvere lo 0,5% dei nostri problemi o crearne addirittura degli altri ?

PUNTO NUMERO 1°

Riforma Fiscale

Ridurre drasticamente le imposte, i contributi e le tasse del 50%, sia sui redditi, Irpef, Inps, che sui consumi, Indirette prezzi (Imposte imprese), Iva e tasse locali, da 64,8% a 20% sulle imprese, da 86% a 42% sui lavoratori, complessivamente tra reddito e consumi, rimettendo 400 MLD di eu anno, ogni anno, tutti gli anni, per sempre nelle tasche di 5 mln di imprese e 60 mln di cittadini.

La Spesa Pubblica si detassa di 192 MLD, il taglio produce un extragettito fiscale di 168/208 MLD di eu anno, con le nuove aliquote e si va a pareggio di bilancio, 400 – 192 – 168/208 = -40/0 MLD

Statalizzare i servizi pubblici, le imprese strategiche il 3° settore, rimettere nelle casse dello Stato 250 MLD di eu anno di utili, che permettono una ulteriore detassazione fino al 70%, introducendo la “fiscalità a scambio” si paga solo a fronte di un bene o servizio.

PUNTO NUMERO 2°

Riforma Inps

Separare l’assistenza dalla previdenza, rimettere i 64 MLD di eu anno di spesa assistenziale al fisco.

Ricalcolare, tutte le pensioni d’oro, i vitalizi, le pensioni baby, le pluripensioni, tutte le pensioni retributive al contributivo, sono 70 MLD di eu anno di eccesso retributivo da eliminare.

Instaurare una “Pensione di Base Fiscale” di 1.000 Eu mese, per tutta l’assistenza, in sostituizione delle pensioni sociali e di invalidità, ed erogare in maniera parziale, una integrazione pensionistica fiscale a tutte quelle pensioni ricalcolate al contributivo che risultassero poco congrue al nuovo costo della vita.

Pensionare i 3 mln di lavoratori anziani over 60, liberare oltre 3 mln di posti di lavoro per i giovani.

PUNTO NUMERO 3°

Riforma scuola e leva

Riformare la Scuola e la Leva, portare l’età scolare da 14/16 anni a 18 anni, rimettere allo studio i 2,5 mln di under 18 che non studiano e non lavorano. Reintegrare la Leva civile (protezione civile) e quella militare (esercito di difesa e sostegno alle forze dell’ordine) per oltre 700 mila giovani anno.

RISULATI

a) Aumento pensioni del 38%
b) Aumento salari del 63%
c) Diminuzione prezzi del 40%
d) Potere d’acquisto dal 14% al 72%
e) Imprese piu’ competitive, che vendono, producono, assumono, esportano, rientrano dalle delocalizzazioni, che ne aprono di nuove, che ne vengono di nuove dall’estero a produrre in Italia
f) Riduzione della disoccupazione dal 30% al 1%, da 9 mln a 600 mila a Reddito di Disoccupazione incondizionato a rotazione temporaneo
g) Scomparsa del deficit fiscale
h) Avanzo di gettito fiscale annuo da 70 MLD a 140 MLD di eu anno
j) Possibilità di ripagare il nostro debito pubblicp in soli 20 anni
i) Nuova spesa pubblica netta da 482 MLD (+388 di tasse 44%) a 764 MLD (+106 di tasse 12%)
l) Utili di attività di Stato da 0 a 250 MLD di eu anno
m) Pil da 1.800 MLD a 3.500 MLD in soli 15/20 anni
n) Rapporto spesa/Pil da 45% a 28%
o) Rapporto debito Pil da 170% al 60% in soli 10 anni
p) Riduzione degli sprechi da 370 MLD a 184 MLD
q) Riduzione dell’evasione da 120 MLD a 36 MLD
r) Incremento delle nascite di 140mila bambini anno
s) Riduzione dei crediti bancari, prestiti, da 1.800 MLD a 300 MLD di eu anno (signoraggio)

Questo lo dedico ai sinistrati e non, che per nasconderci le soluzioni, che sono poche ed elementari, perche loro seguono solo le direttive dei potentati che queste soluzioni non le vogliono, usano il solito luogo comune “non esistono soluzioni semplici a problemi complessi”.

Vi rendete conto che genere di mentecatti sono tutti i politici degli utlimi 40 anni !?

Sono solo 3 Punti, OF/ON ne unti ne punti

Marco Cristofoli Moneta Pubblica Italia sociale & Cristiana

Giuseppe ha detto...

Oramai non si puo' dire mentecatti. Una persona diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso (sempre ci si azzecca )

Anonimo ha detto...

Spettacolare grazie

Anonimo ha detto...

@Marco

Tutto bello, ma se mi parli di pareggio di bilancio mi sa che di economia ne sai poco

Anonimo ha detto...

RIVOLUZIONE FISCALE E COPERTURE

“E MA SE TAGLI LE TASSE DEL 50% CHE SONO 400 MLD QUEI 400 MLD LO STATO DOPO DOVE LI VA A PRENDERE PER PAGARE I SERVIZI ?”

No ma, scusa, partendo dal presupposto che noi paghiamo 3 volte le imposte necessarie, 2 volte quelle del resto d’Europa, partendo dal presupposto che le nostre imprese pagano piu’ del doppio delle tasse del resto d’Europa, il 64,8% invece che meno del 30%, partendo dal presupposto che tu paghi il 90% di imposte complessive tra reddito lordo (hai un reddito lordo inferiore del 30% rispetto al resto d’Europa a causa dell’ipertassazione sulle imprese), reddito netto (paghi il 52% di imposte sul eddito, Irpef ed Inps, invece che il 27%) e consumi (Paghi il 64,8% di imposte dentro i prezzi al consumo e il 22% di iva, 72% invece che 48%), secondo te se riportiamo la nostra pressione fiscale almeno alla metà, rimettendo 400 MLD a 5 mln di imprese e 60 mln di cittadini, secondo te lo Stato avrà meno soldi !?

Non lo so, spiegamelo tu.

a) Allora, in primo luogo se riduci le imposte del 50% anche lo Stato riduce le proprie tasse che paga dentro la spesa pubblica, esattamente, quando paga le fatture dei fornitori, Indirette ed Iva, e quando paga le buste paga dei dipendenti pubblici, Irpef ed Inps, le riduce del 50%, tenuto conto che le tasse che paga oggi per questi oneri sono 388 MLD, con un taglio del 50% risparmierà 192 MLD dalla spesa pubblica lorda.

Quindi la nostra spesa passerà da 870 MLD a 678 MLD, e quei 192 MLD tagliati non dovrà piu’ riceverli perche non gli serviranno piu’, senza tagliare un solo servizio, perche i servizi costeranno meno.
b) In secondo luogo, se tu rimetti in tasca a 5 mln di imprese e 60 mln di cittadini 400 MLD di eu anno, che sono 555 Eu al mese a cittadino e 1.660 eu al mese a lavoratore, una buona parte di questi soldi verrà spesa, andrà ad aumentare i consumi, quindi piu’ imposte sui consumi, andrà ad aumentare le produzioni, i consumi e fatturati delle imprese, quindi piu’ imposte dalle imprese, andrà ad aumentare l’occupazione, quindi piu’ imposte dai redditi e dai consumi dai nuovi assunti che prima non lavoravano, andrà a stimolare l’apertura di nuove imprese e andrà a stimolare il ritorno delle imprese delocalizzate all’estero, quindi piu’ imposte delle nuove imprese sul territorio.

La stima al ribasso dell’extragettito prodotto da queste nuove imposte è di 168 MLD di eu circa.

c) Ora, questo tipo di operazione porta a questi risultati, senza fare nulla di straordinario, ma se dovessimo fare una campagna di promozione per questa operazione, spingere imprese e cittadini a spendere e investire quisti denari, anche se solo per e cose necessarie senza spendere per cose inutili, potremmo arrivare quasi a 208 MLD di extragettito, in questo modo andemmo in pareggio di bilancio diretto senza fare deficit.

Ma vediamoli questi risultati calcolati al ribasso :
Taglio 400 MLD – 192 MLD tasse spesa – 168 MLD extragettito – 40 MLD deficit 2,3% = 0 Paereggio d.b.

I 400 MLD sono quelli del taglio fiscale, i 192 MLD sono il risparmio in tasse che riceve lo Stato, che riceve dal taglio del 50% delle sue imposte (388 MLD), i 168 MLD sono l’extragettito prodotto dal taglio dei 400 MLD che vengono in gran parte spesi, ed i 40 MLD sono il deficit del 2,3% del Pil che facciamo ogni anno, questa volta per una cosa molto seria, che portano l’intera operazione ad essere eseguita in pareggio di bilancio.

Anonimo ha detto...

Questo succede il primo anno, il secondo anno non si farà piu’ deficit, perche una volta messo in moto il volano dell’economia, il nuovo gettito andrà oltre i 208 MLD, e si andrà verso un avanzo di gettito annuo dai 40 ai 70 MLD di eu, coi quali si ripagherà il primo deficit fatto il primo anno.

Ovviamente questa operazione è contestuale alla Riforma Inps, che permette di abbassare il contributo che si paga sui redditi dal 33% al 20%, e manda in pensione 3 mln di lavoratori over 60, lasciando 3 mln di posti vacanti per i giovani. Poi la Riforma della scuola, che rimette 2,5 di giovani che oggi non lavorano e non studiano a scuola fino a 18 anni, ed infine la leva civile e militare che impegna altri 500mila giovani per un anno. Ecco ricollocati i 9 mln di italiani senza lavoro e senza alcun reddito in soli 5 anni.

d) In una riforma successiva, dopo i 5 anni della prima, mentre si statalizzano tutti i servizi pubblici, tutte le imprese strategiche, tutto il 3° settore, che oggi fanno utili per 250 MLD di eu anno e finiscono in tasca ai privati, quando dovrebbero andare allo Stato, che si deve riprendere, riacquisite queste attività dello Stato si potrà dare un ulteriore taglio alle tasse, in modo da portare la pressione fiscale complessiva sui lavoratori dal 42% al 28% e quella sulle imprese dal 20% al 8%, la iu’ bassa possibile, entrando nella madalità della “fiscalità a scambio”. Si pagherà 0% di Irpef, 20% di inps, 8% di indirette dentro i prezzi al consumo, 0% Iva e 1% di imposte locali. Cioè non si pagheranno piu’ imposte sul reddito, ma le tasse si pagheranno al pagamento dei servizi che lo stato, garantirà, luce, gas, telefono, web, acqua, rifiuti, poste, trasporti, autostrade, banche, assicurazioni, e chi piu’ ne ha ne metta, per questo si chiama fiscalità a scambio, perche risponde alla naturale funzione del denaro, cessione per scambio, e non cessione per nulla.

In questo caso il taglio andrà a raggiungere i 550 MLD di eu anno, che oggi paghiamo di imposte in eccesso, andando a produrre circa 250 MLD di eu anno di extragettito, andando a ridurre le imposte dentro la spesa pubblica di 282 MLD di eu anno. Sono 763 Eu al mese a cittadino e 1.950 eu al mese a lavoratore che rientrano nelle loro tasche.

Quindi

550 MLD il taglio – 282 MLD rispramio tasse spesa – 250 MLd extragettito = 18 MLD

I 18 MLD saranno ampiamente coperti dai 250 MLD di utili di stato, non ancora raggiunti, ma che saranno sicuramente superiori ai 18 MLD di deficit, dopo 5 anni di riforme.

Ma cosa accade nel dettaglio ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese con una operazione del genere ?

RISULATI DELL’OPERAZIONE :

a) Aumento pensioni del 38%
b) Aumento salari del 63%
c) Diminuzione prezzi del 40%
d) Potere d’acquisto dal 14% al 72%
e) Imprese piu’ competitive, che vendono, producono, assumono, esportano, rientrano dalle delocalizzazioni, che ne aprono di nuove, che ne vengono di nuove dall’estero a produrre in Italia
f) Riduzione della disoccupazione dal 30% al 1%, da 9 mln a 600 mila a Reddito di Disoccupazione incondizionato a rotazione temporaneo
g) Scomparsa del deficit fiscale
h) Avanzo di gettito fiscale annuo da 70 MLD a 140 MLD di eu anno
j) Possibilità di ripagare il nostro debito pubblicp in soli 20 anni
i) Nuova spesa pubblica netta da 482 MLD (+388 di tasse 44%) a 764 MLD (+106 di tasse 12%)
l) Utili di attività di Stato da 0 a 250 MLD di eu anno
m) Pil da 1.800 MLD a 3.500 MLD in soli 15/20 anni
n) Rapporto spesa/Pil da 45% a 28%
o) Rapporto debito Pil da 170% al 60% in soli 10 anni
p) Riduzione degli sprechi da 370 MLD a 184 MLD
q) Riduzione dell’evasione da 120 MLD a 36 MLD
r) Incremento delle nascite di 140mila bambini anno
s) Riduzione dei crediti bancari, prestiti, da 1.800 MLD a 300 MLD di eu anno (signoraggio).

Marco Cristofoli Moneta Pubblica Italia Sociale & Cristiana

Post più popolari

AddToAny