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L'emergenza siccità, cavallo di Troia degli OGM

29/06/2022 - di Gionata Chatillard
Per ogni emergenza c’è una soluzione, e quella al problema della siccità sembra oggi voler passare per lo sdoganamento delle coltivazioni geneticamente modificate. Sono le stesse aziende del settore a dichiarare che il momento attuale è particolarmente propizio per convincere l’opinione pubblica a ingoiare il rospo degli OGM. Se lo spettro della carestia e l’inflazione galoppante non fossero state sufficienti, la presunta scarsità delle risorse idriche è infatti un invito in piena in regola ad accelerare sul fronte dell’ingegneria alimentare.
“I consumatori sono preoccupati”, sottolineano i dirigenti dell’azienda argentina Bioceres Crop Solutions, che sta provando ad ottenere la licenza per iniziare a coltivare il suo grano OGM in Australia a partire dal 2024. Ma le leggi in materia si stanno ormai indebolendo in tutto il mondo, con restrizioni sempre meno rigide intorno alla ricerca genetica applicata alla filiera alimentare.
Qui come altrove, in prima linea sul fronte della sperimentazione si affaccia l’Italia, con la Camera dei Deputati che lo scorso 11 maggio ha approvato diverse mozioni per chiedere al Governo di chiudere un occhio sugli OGM. Proposte che violerebbero lo stesso regolamento dell’Unione Europea, ma che oggi potrebbero anche prosperare in nome della lotta contro l’emergenza alimentare, climatica o bellica che dir si voglia.
Dopo i sieri a RNA messaggero, a rassicurare in futuro il consumatore occidentale saranno dunque i cereali geneticamente modificati, ennesima soluzione già pronta all’uso in attesa che il problema giusto bussi alla porta. Se la cosiddetta emergenza pandemica ha fatto la fortuna delle compagnie farmaceutiche, la crisi alimentare potrebbe quindi fare altrettanto con il settore dell’agricoltura, ormai nelle mani di una manciata di corporation dopo decenni di ininterrotto accentramento agroindustriale.

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