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Commissariare l’Italia, ecco il piano criminale di Germania e Ue per stringerci il cappio al collo

04/10/2022 -  Da Il Paragone – Per chi avesse ancora dubbi sul reale funzionamento dell’Unione Europea, le ultime ore sono state emblematiche: la Germania, da sempre la nazione che beneficia maggiormente dell’esistenza stessa dell’Ue, ha varato un piano da 200 miliardi di euro per fronteggiare la crisi energetica, rompendo l’unità tra i vari Stati membri e prendendo una sua strada in piena autonomia. Non appena arrivato l’annuncio di Berlino, l’Eurostat ha pubblicato il dato sull’inflazione nell’Eurozona ad agosto: 10%, valore mai raggiunto prima.


Secondo il quotidiano economico Investire Oggi, “sarà molto complicato per la Bce resistere a un secondo maxi-rialzo dei tassi dopo il +0,75% deciso a settembre. E, soprattutto, i tassi d’interesse saliranno a questo punto più in alto di quanto si pensasse. Per quanto il mercato non sconti ancora scenari più forti, per fine anno avremo quasi certamente un costo del denaro al 2,50%.





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Ed entro la metà del prossimo anno, salvo un deciso ripiegamento dell’inflazione europea, tenderemmo al 3,50%”. Una stretta monetaria che avrà un impatto negativo anche sugli spread. In uno scenario così delicato, è inevitabile che l’Italia sarà, per l’ennesima volta, l’osservata speciale dell’Europa, nonché l’oggetto di manovre di speculazione già avviate. Il rendimento a 10 anni è salito fino a ridosso del 5%, salvo successivamente ripiegare al 4,50%.


“Ora che la Germania ha allontanato una soluzione europea alla crisi del gas, le prospettive per la nostra economia peggiorano. Per non parlare del rischio di un’alterazione della concorrenza tra industria tedesca e italiana grazie al fatto che la prima godrà dei prezzi massimi fissati da Berlino. Roma non può seguirla su questa strada, non disponendo di margini fiscali a sufficienza”.


Mancando una strategia comune, e con lo strappo tedesco ormai certificato, i mercati prenderanno nota nelle prossime settimane dei rischi corsi dall’economia italiana. Con la possibilità che “bombardino i nostri titoli di stato, mandandone in orbita spread e rendimenti”. A quel punto la Bce potrebbe chiedere all’Italia di seguire alla lettera le richieste allegate all’ottenimento dei fondi del Pnrr, con eventuale sollecitazione anche dalla Commissione europea. L’Unione, insomma, finirebbe di fatto per “commissariarci”, stringendoci un cappio al collo e imponendoci le proprie decisioni. Un’eventualità, secondo alcuni economisti, molto meno improbabile di quanto si possa pensare.


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